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  • Daniele Bergantin

1510: la più grande distruzione di Loreo

Loreo, terra di frontiera del Dogado meridionale si trova esposta a tutti gli eserciti schierati contro Venezia. Molte volte il castello loredano verrà assalito e la borgata incendiata, ma la totale distruzione ad opera degli adriesi e l’abbandono del luogo per ben due anni risale al 1510.










Agnadello 1509 – Loreo 1510

Nel 1508 papa Giulio II è il promotore della lega di Cambrai, che vede quasi tutta Europa alleata contro Venezia. Ne fanno parte la Santa Sede, la Francia di Luigi XII, la Spagna di Ferdinando d’Aragona, l’imperatore Massimiliano d’Asburgo, i Gonzaga di Mantova e gli Estensi di Ferrara. Il 14 maggio 1509 avviene la battaglia decisiva: i francesi ed i veneziani si fronteggiano sull’Adda; lo scontro si risolve con la sconfitta di Venezia, passata alla storia come la disfatta di Agnadello. La Repubblica ne uscirà fortemente ridimensionata ma avrà la capacità di riprendersi gran parte dei possedimenti veneti di terraferma, dopo la pace di Noyon del 1516.

La Signoria dopo la Lega di Cambrai, fortificò i castelli di Loreo e Tornova con nuovi bastioni e venne incaricato Sebastiano Moro di custodire il passo importantissimo di Loreo con le sue barche. Durante la guerra tra Venezia e Alfonso duca di Ferrara, la flotta veneziana comandata da Angelo Maria Trevisan risalendo il Po delle Fornaci, conquista e incendia Corbola. Poi raggiunge Papozze e Guarda, ma in seguito incontra una tenace resistenza a Garofalo ed infine a Polesella la flotta veneziana fu quasi distrutta dagli estensi (22 dicembre 1509). Dopo il successo di Polesella i soldati estensi invasero il bassopolesine veneziano devastando e costringendo i contadini a fuggire per trovare riparo in Cavarzere e in Loreo custodito da Sebastiano Moro. Alle cinque della sera del 24 febbraio 1510 i ferraresi prendevano la barca di guardia a due miglia da Loreo e discendendo per il canale con fuste e barbote (sono navi da guerra: fusta è un tipo di galera con basso pescaggio e barbotta si riferisce alla copertura di un cuoio irsuto) assalirono il castello. La città fu distrutta e incendiata dai soldati estensi. Antonio Contarini da Chioggia si era ritirato da Polesella e si trovava a Loreo con 7 barche armate, ma vista l’impossibilità di difenderlo si rifugiò con le sue forze a Cavarzere. Anche Tornova presidiata dal provveditore Pietro Boldù cadde in mano nemica.

Con una flottiglia Leonardo Giustinian si recò a Loreo e riuscì a mettere in fuga il nemico. Loreo però subì il saccheggio, l’incendio e l’uccisione degli abitanti che non erano riusciti a fuggire. Il Razza cita il libro dei privilegi di Loreo dove si narra che: “non rimanea che la giesa in piedi… e quelli che poterono avere in piedi amazzarono (…)restò il loco inabitato, totalmente fatto silvestro che non si conosceva più (cosa) fossero le strade per l’incendio del loco…”. (RD)

Mentre alcuni ambasciatori di Adria si erano recati in Senato per la richiesta di soccorso contro gli assalti di Alfonso d’Este, giunse notizia da Cavarzere della caduta di Adria in mano ai Ferraresi. Di seguito furono accusati gli Adriesi e gli Arianesi dei mali fatti a Loreo e Marcantonio Contarini capitano da Po iniziò a ripetere ad ogni occasione che urgeva una spedizione punitiva per “brusar Are (Adria)e Arian che xe causa de ogni mal de Loreo”. (TZ) (BL)


Quale è la chiesa che rimane in piedi dopo il saccheggio?

Che la chiesa di Loreo rimanesse in piedi è molto probabilmente una decisione degli assalitori estensi. Nel 1500 nel territorio loredano sono presenti più chiese, ma solo una nell’abitato. Si tratta della chiesa di S. Maria Assunta, ricordata nel testamento di Perazzolo della Fornace del 1348 ed anche da monsignor Calcagno il quale afferma che nessuna altra memoria si ha di tale chiesa sino al 1390, anno in cui era arciprete Giovanni Zuffo. Solo in seguito il centro urbano vedrà la presenza di altri due edifici religiosi allineati lungo un’unica direzione nord-sud (l’attuale calle Lunga): la chiesa di S. Pietro che risale al 1589 e l’oratorio della SS. Trinità del 1613.

L’attuale edificio dedicato alla Beata Vergine Assunta progettato dal Longhena risale al 1658 e venne consacrato nel 1675. In precedenza sulla medesima area vi era un tempio di dimensioni più modeste già dedicato a Santa Maria Assunta, consacrato nel 1539 dal vescovo Tagliacozzo. Nel 1658 il vescovo Grassi concesse il permesso di abbattere la chiesa per ricostruirla, in quanto la struttura religiosa era divenuta inadeguata per la crescente comunità loredana. Perazzolo lascia scritto che vuole essere sepolto nella chiesa di “Santa Maria de Loredo” nel 1348, dunque un edificio ancora precedente quello consacrato nel 1539. Di tale chiesa non abbiamo documentazione, tuttavia Don Giovanni Lodo riporta che durante i lavori di consolidamento delle fondamenta del Duomo negli anni 1960-1964, alla profondità di un metro e mezzo dalla pavimentazione attuale vennero alla luce i resti di un pavimento in mosaico, che lascia ipotizzare la presenza di una antica chiesa in stile ravennate.

Nel Privilegium Laureti del 1094 il doge Vitale Falier concede alla comunità il diritto della elezione del pievano (parroco). Dal 1226 si fregiano del titolo di Arcipreti e dal 1390 è nota la serie quasi ininterrotta del Arcipreti. Si trova conferma anche nel testamento di Perazzolo del 1348, dove scrive che lascia le lire 5 dei piccoli per una “messa cantare” all’arciprete di Loreo. Il testamento di Perazzolo del 1348 elenca varie chiese nel territorio di Loreo, tra queste ricordiamo la chiesa della Madonna del Pilastro, San Lunardo alle Fornase, San Marco di Loreo.


Il ritorno e la ricostruzione

Per ordine del Senato veneziano il 12 maggio 1510 i Loredani trovarono rifugio a Chioggia che fu obbligata a riceverli e ad aiutarli, mantenendo i privilegi che in Loreo godevano. Il doge Leonardo Loredan dispose aiuti a favore degli abitanti di Loreo, il ritorno dei profughi rifugiati a Chioggia e la ripresa della normale attività con l’elezione degli amministratori locali. I loredani profughi a Chioggia, tornarono dopo quasi due anni, ricostruirono le ostarie di Loreo, Fornaci e Fosson, le case del piovano e del barbiere, due edifici comunali, due logge pubbliche e la cancelleria, già rovinate e distrutte dal fuoco. In questo periodo fu costruito l’attuale municipio: il palazzo per li Rettori, con una scala de pietra viva ed una loggetta de sopra descoverta e con una spesa di oltre 1200 ducati, esclusi i legnami ed altre robbe. Finita la guerra e ritornati nel 1512 i Loredani nella loro borgata, la Signoria concesse facoltà di elegger annualmente tre gastaldi che potessero giudicare sulle cause sino a 20 lire dei piccoli. In seguito venne assegnato il podestà nominato dal Senato veneto. (BPG) (TZ)


La fine delle ostilità tra Adria e Loreo

Da dove viene questa profonda rivalità tra Adria e Loreo? Nel 1013 viene eletto vescovo di Adria Pietro I, il quale pretese di esercitare il controllo territoriale su Loreo, rifacendosi alla bolla del 944 di papa Marino II (detto anche Martino III). Tale documento assegnava al vescovo l’isola di Ariano, comprendente sia Portus Gauri sia Portus Laureti. Il vescovo interpretò la bolla come si trattasse di giurisdizione non solo spirituale ma anche temporale. Secondo il ducato veneto invece tale territorio, tra i porti di Loreo e di Goro, costituiva semplicemente la linea di confine. Il doge Pietro II Orseolo già nel 1002 aveva rivendicato, contro Adria, ogni diritto su Loreo. Da allora seguiranno 500 anni di scontri e guerre tra le due città, con netta prevalenza di aggressioni di adriesi verso Loreo. Solo nel 1518 Adria passerà definitivamente alla Serenissima e terminerà la rivalità tra le due località, che aveva auto inizio nel 1013. (RZ)

Con la pace di Noyon del 1516 tutto il Polesine divenne territorio veneziano, determinando per Loreo la fine del suo ruolo strategico in campo militare.


800 anni di assalti

740 Il re longobardo Liutprando, partito da Adria assaltò Ravenna bizantina. L’esarca Paolo fuggì e venne accolto a Rialto, da dove riorganizzò le forze e riconquistò la città. Per punire i Veneziani i Longobardi devastarono Cavarzere e Loreo. (BPG)

810 Pipino re d’Italia, figlio dell’imperatore Carlo Magno, partì con una flotta da Ravenna per conquistare Malamocco per vendicarsi del rifiuto avuto dai dogi Obelerio e Beato di unirsi a lui in alleanza. Sconfitto dai veneziani nel suo ritorno distruggeva Pellestrina, le due Chioggie, Brondolo, Cavarzere e Loreo. (BL) (TZ)

899 Berengario, marchese del Friuli, si ritirò lasciando il bassopolesine in balia degli Ungari, che saccheggiarono e incediarono Loreo. Gli abitanti fuggirono nei boschi e nelle paludi, per poi rientrare e ricostruire il paese. (BPG)

972 I Cavarzerani si ribellarono alla Repubblica e si sottomisero all’imperatore Ottone II, che in cambio con un privilegio donò loro il territorio di Loreo. Alla morte di Ottone II, il nuovo imperatore si riavvicinò a Venezia restituendo Cavarzere e Loreo nel 999. I loredani si rivolsero al doge perché Cavarzere rivendicava da circa 27 anni la proprietà sul territorio loredano. Sdegnato il doge Pietro Orseolo riprese i cavarzerani e costrinse il sindaco di Cavarzere a chiedere perdono. Il presunto diploma risultò falso e apocrifo per ammissione degli stessi cavarzerani. (BPG) (BL)

1017 Il vescovo Pietro I di Adria tenta l’assalto al castello di Loreo. In aiuto di Loreo accorsero i soldati Clodiensi comandati da Marino de’ Manfredi a cui si unirono anche aiuti da Cavarzere. All’azione militare partecipò anche il giovane doge Ottone Orseolo. I soldati del vescovo tolsero l’assedio e fuggirono verso i boschi e le paludi di Rosolina fino alla spiaggia di Fossone, dove avvenne lo scontro che determinò la sconfitta degli adriesi e la cattura del vescovo. (BPG) (BL)

1034 Gli adriesi aiutati da padovani e ferraresi, assaltarono Loreo e sei anni dopo anche Cavarzere. Il doge Flabiano non riuscì a inviare massicci rinforzi e così i due castelli dopo una tenace resistenza, si arresero agli assalitori. (BPG)

1094 Per garantire i confini meridionali il doge Vitale Falier, d’intesa con i loredani, decise la costruzione delle fortificazioni di Loreo (castrum) “a proprie spese, abbiamo comandato, che il castello di Loreo sia fina dalle fondamenta fabbricato e costruito”. (FJ)

1161 Adria assalta e saccheggia Loreo per ordine dell’imperatore Federico I schierato con l’antipapa Vittore IV, contro Venezia che invece è a favore di papa Alessandro III.

1234 Il castello di Loreo viene assaltato senza successo da soldati di Ravenna. (FJ)

1336 Durante la guerra contro Mastino della Scala che riguardava le saline, venne fortificato il castello di Loreo. (TZ)

1378-1381 Guerra di Chioggia tra Venezia e Genova Il castello loredano fu occupato il 24 agosto 1379 da truppe genovesi partite da Chioggia alle quali si unirono i padovani, che insieme assalirono e occuparono Loreo. Una cronaca riporta che la guarnigione era stata corrotta con denaro. Quelli di Tornova bruciarono la torre e si rifugiarono al castello di Cavarzere. Il 21 gennaio 1380 Loreo venne liberato da Giacomo da Medicina con la fanteria, balestrieri e tre galere. Determinante fu l’uso di due bombarde che tiravano pietre da 140 e 193 libbre che consentirono ai veneziani di penetrare nella fortezza loredana. Qualche giorno dopo venne recuperata anche la Torre Nuova. (TZ)(BL)

1482-1484 Guerra tra Venezia e Ferrara Nel 1482 la cavalleria del duca di Ferrara Ercole I, alleatosi con Napoli, Firenze e Milano invase il territorio verso Loreo per 4 miglia e demolirono le bastie veneziane ai confini con Cavarzere. Per la difesa di Loreo, la Repubblica veneta aveva fatto erigere tre bastioni presidiati da soldati albanesi, in quanto i loredani erano esentati dalle operazioni di guerra in base al Privilegio del 1094(TZ)(BL). In risposta, due squadre armate partirono dal territorio loredano per entrare, una dalla foce del Po di Levante presso Corbola e Papozze, l’altra dalla foce del Po di Goro entrò ad Ariano ed Adria. La guerra si concluse con la pace di Bagnolo del 1484, che fece ritornare a Venezia le terre di Rovigo, Lendinara e Badia. Rimasero agli Estensi, Adria, Corbola e Papozze, in quanto tali territori non erano considerati parte del Polesine di Rovigo. Nel 1514 tutto il Polesine passò sotto il dominio della Serenissima, ma già dal dicembre 1509, Adria si era consegnata spontaneamente (TC).


Loreo con il castello nel 1564 - Niccolò dal Cortivo





Bibliografia

(BPG) Bassan Piergiorgio, “Il dominio veneto nel Basso Polesine”, volumi I e II, Abano Terme 1974.

(BV) Bellemo Vincenzo “Il territorio di Chioggia”, Chioggia, 1893.

(BCPR) Bonomi S., Callagher B., Perini L., Ruzza R., “Percorso della Memoria itinerario archeologico del Delta del Po: Il sito archeologico di San Basilio: una storia ancora da scrivere”, Regione del Veneto, 2002.

(BL) Bullo Carlo, “Cavarzere e il suo territorio”, Chioggia, 1864.

(FJ) Filiasi Jacopo “Memorie storiche de’ Veneti primi e Secondi” Tomo III, 1809.

Paoletti E. “Il fiore di Venezia”1837 Venezia ( google).

(RD) Razza Domenico, “Storia popolare di Chioggia”, Tip. L. Duse, Chioggia, 1898.

(TZ) Tiozzo I. “Storia di Chioggia”, 1940.

“Loreo e sua Arcipretale”, Atti del Reale Ist. Ven. Sc. Lett. Arti, tomo XCIX – parte II, 1940.

(TC) Tognon Cristina, "Visconti estensi e podestà veenziani" da Terre emerse - storia ambientale tra due fiumi, Europrint - Rovigo, 2001.

Don Erminio Marzola “I dipinti dell’arcipretale di Loreo”, Lions club Contarina – delta del Po, 1987.

Don Giovanni Lodo “Loreo e la sua Arcipretale – guida storico-artistica e religiosa”, pag. 5, ed. La nuova scintilla 1999.

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