Il Polesine: la terra dei gorghi
- Daniele Bergantin
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La presenza di gorghi è una caratteristica peculiare del Polesine e solamente il territorio compreso nella parte terminale del corso dell’Adige e del Po può essere definito “la terra dei gorghi”. In nessuna altra parte d’Italia e forse dell’intera Europa sono stati così tanto presenti questi laghetti legati a rotte fluviali.

In questo articolo presentiamo l’elenco dei gorghi ancora presenti ed i risultati di una ricerca bibliografica, cartografica e sul campo, raccomandando una attenzione particolare indirizzata alla conservazione, valorizzazione e gestione di queste forme acquatiche che contribuiscono alla ricostruzione della storia del nostro territorio.
1^ PARTE
Gorghi esistenti
Ariano nel Polesine: il gorgo Rotta Martino (area SIC IT3270006)* è nato in seguito alla rotta del Po del 1705 ed è ubicato a nordest della frazione san Basilio in località Ariolo. Gorgo di Cà Florida, ubicato circa 1 chilometro a nord della frazione di Rivà, lungo la via Romea. Il Gorgo Rotta Grande già presente nella Carta Militare Austriaca del 1814, risulta oggi ridotto di dimensioni e si trova lungo la via Romea tra le frazioni di Rivà e Piano, nei pressi di Palazzo Nichetti.
Arquà Polesine: il gorgo di Borgata Gorgo mostra una forma rettangolare ed appare nelle carte dell’Estimo Veneto del 1708, è ubicato subito a nord della strada che collega Arquà Polesine a Villamarzana.
Badia Polesine: gorgo del Bisatello in località Villa d’Adige a 300 metri dall’argine destro dell’Adige vicino a Castagnaro, cartografato in una mappa del 1833 come un gorgo di grandi dimensioni, venne in seguito in parte interrato ed oggi ci troviamo con due gorghi divisi da via Fornace.
Bergantino: gorgo le Giare, di forma circolare venne generato dalla rotta del Tartaro del 1767, si trova lungo via Tartaro a breve distanza dall’argine destro del Canalbianco e dalla località Torretta.
Bosaro: gorgo della Fossa deriva in nome dalla Fossa di Polesella ed è posizionato tra l’argine destro del Canalbianco e via dei Turolla, risulta nelle mappe del 1775 e 1842 ma poi scompare per riapparire dopo l’alluvione del 1951.
Castelnovo Bariano: il gorgo Marola risulta di forma rettangolare ed appare nella mappa catastale del 1842; è localizzato a nord-est della frazione di San Pietro Polesine, in adiacenza all’argine destro del Canalbianco.
Cavarzere: gorgo di Cà Labia (geosito n. 30 della provincia di Venezia)**, cartografato nel 1892, risulta ora di ridotte dimensioni rispetto al passato ed è localizzato poco a sud dello scolo Tartaro in località Cà Labia, che si trova a sud-ovest del centro urbano.
Fiesso Umbertiano: il gorgo denominato Le Gorghe è rappresentato in una mappa del Catasto datata 1842, si trova a nord della frazione Ospitaletto, lungo la via Traversagno che lo separa in due bacini di forma irregolare.
Giacciano con Baruchella: il Gorghetto mostra dimensioni ridotte, è di forma ovale e si trova in adiacenza all’argine destro del Canalbianco tra Zelo e San Pietro Polesine e viene rappresentato nella mappa catastale del 1842.
Occhiobello: il gorgo di Occhiobello è stato creato dall’alluvione del 1951 e presenta un andamento stagionale, in quanto scompare nei periodi di magra; è ubicato nella golena del Po tra Occhiobello e Santa Maria Maddalena.
Pettorazza Grimani: gorgo Leze ubicato 400 metri a sud dell’argine destro dell’Adige e circa 1 chilometro a nord-est della località Botti Barbarighe è stato generato dall’alluvione del novembre 1951.
Pincara: il gorgo Dolfin è di forma circolare ed è ubicato ad ovest del centro urbano, delimitato in parte dalle vie Traversagno Marconi; già rappresentato nel catasto del 1842.
Rosolina: gorghi di Cà Diedo, localizzati tra l’argine destro dell’Adige e la strada 309 Romea. 2 gorghi del Po di Tramontana che si trovano entro il paleoalveo dell’estinta ramificazione del Po delle Fornaci.
Taglio di Po: gorgo Cà Nunziatella, già presente nella Carta Militare Austriaca del 1814 e nella mappa catastale del 1842, si trova circa 2 chilometri a sud del centro urbano, tra via del Gorgo e via Romea
Trecenta: gorghi di Trecenta (area SIC IT3270007)*, gorgo della Sposa, gorghi Magon, gorgo Bianco, gorgo Gaspera, gorgo Bottazza, gorgo Zucolo. Si trovano nell’area interna al paleoalveo del Po di Adria, ad ovest del centro urbano.
Gorgo Magarino, ubicato a sud-ovest di Sariano e un tempo di notevoli dimensioni, oggi è ridotto a due piccole aree acquatiche divise. Il Gorgo Malopera si trova a Pissatola, lungo il corso del canale Malopera, nella parte settentrionale del territorio di Trecenta.
Totale gorghi esistenti: 26
* SIC = Sito di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000.
** Geosito = Luogo di interesse geologico censito da SIGEA e prov. di Venezia.
Gorghi estinti
Adria: gorgo dei Preti venne interrato nel lontano 1498 in quanto rappresentava un pericolo per la città (Romagnolo e Bocchi). Gorgo della Goresina vicino alla località Curicchi di Bottrighe (Romagnolo). Gorgo di Corcrevà nei pressi dell’omonima località poco a nord di Bellombra (Romagnolo).
Ariano nel Polesine: gorgo della Scala localizzato tra l’intersezione del vecchio Scolo Veneto con il cordone di san Basilio, viene rappresentato nella Carta del Ferrarese del 1814 e venne chiuso negli anni 50 – 60 del 1900 (Bondesan M.). Gorgo Rotta Piccola detta della Crocetta Capellona, presente a Rivà nella Carta del Polesine di Rovigo 1786 di Marchetti-Milanovich. Un gorgo era presente nella cartografia del 1972, localizzato lungo la via Romea subito ad ovest del cordone di dune fossili noto come cordone di Rivà, poco a nord della Rotta Grande. Altri Quattro gorghi sono rappresentati nella Carta del Magistrato Acque del 1972, sul lato occidentale del cordone di dune fossili denominato di San Basilio.
Arquà Polesine: gorgo de’ Malagugini, nei pressi dell’abitato (Romagnolo).
Castelguglielmo: gorgo di Castelguglielmo era ubicato nei pressi della piazza (Romagnolo).
Cavarzere: gorgo Mirabello localizzato in località Cà Labia oppure nelle vicinanze di Lezze (Ferrarese). Gorgo della Beba in località Buoro Vecchio ad est dell’attuale gorgo Labia (Levorato).
Ceregnano: gorgo Grumolo prende il nome dalla località posta circa 1 chilometro ad ovest di Ceregnano ed è localizzato tra via Risorgimento e la vecchia curva della strada provinciale 4 (Romagnolo).
Giacciano con Baruchella: gorgo di Cà Nova nelle campagne ad ovest di Giacciano (Bondesan M.).
Loreo: Nelle tavolette IGM del 1892 e del 1934, poco ad ovest del rilevato stradale di via Retinella viene riportato l’idronimo “il Gorgo”, senza evidenziarne la forma. Il gorgo non compare nella carta topografica del 1950.
Papozze: un grande Gorgo si generò nelle adiacenze dell’argine sinistro del Po di Venezia nel 1790, risulta rappresentato nella carta del Ferrarese del 1814 e venne chiuso tra il 1947 – 1949 (Bondesan M.).
Porto Viro: Due gorghi, uno in località Fornaci vicino all’argine destro del Po di Levante in prossimità del toponimo Chiavichino ed il secondo poco a sud della località Cao Marina. Sono entrambi presenti nella cartografia IGM del 1897, ma il primo è già rappresentato nella mappa catastale del 1852.
Rosolina: Tre gorghi, uno nella zona compresa tra l’argine destro dell’Adige, il canale Po-Brondolo e la linea ferroviaria Rovigo-Chioggia, tra osteria Tiozzo e palazzo Doria segnati nell’IGM del 1897. Un secondo gorgo di forma allungata era presente nella località Volto di Rosolina in via Aldo Moro, che risulta rappresentato nella tavoletta IGM del 1966. Il terzo, di ridotte dimensioni e di forma circolare era sito in via Dune nella parte periferica a nord-ovest del centro urbano.
Rovigo: gorgo della Spianata ancora presente nel 1904, viene indicato a km 2,5 da Rovigo sulla via del Bosaro con una profondità di circa 6 metri rispetto al piano stradale (Lorenzi). Gorgo di Santa Libera presso la località Borsea con una profondità misurata nel 1904 di circa 5 metri rispetto al piano campagna adiacente (Lorenzi).
Trecenta: il gorgo dell’Osteria si trovava nella zona del vecchio ospedale, tra viale De Amicis e viale D. Alighieri ed era rappresentato nel Catasto Napoleonico è stato chiuso nel 1935 (Bondesan M.). Il gorgo Spino era ubicato lungo la via omonima, in un’area poi occupata da vasche per allevamento ittico. Il gorgo Marzanata è stato chiuso alcuni anni fa, era rappresentato nel Catasto Austro Italiano del 1842 con una forma circolare ed in posizione esterna all’Argine Circondariale.
Totale gorghi estinti: 27
Altri gorghi estinti non localizzati
Gorgo Gottola (Romagnolo)
Gorgo Giacomelli presso il Tartaro, ”….altri gorghi erano segnalati a Bergantino, Ceneselli, Ficarolo, Castelguglielmo e Gaiba in località Trento” (Bondesan M.).
Totale gorghi estinti non localizzati: 7
TOTALE: 26 + 28 + 7 = 61
2^ PARTE
Tre gorghi tre storie, sessantuno gorghi, sessantuno storie
IL GORGO ROTTA MARTINO AD ARIANO NEL POLESINE
Il gorgo denominato Rotta Martino è stato generato dalla rotta del Po Grande a Corbola avvenuta alle nove della sera del 5 novembre 1705. E’ detta “rotta del Prete” perché avvenne in vicinanza della Canonica di don Sante Forza.
L’argine del Po cedette tra Santa Maria in Punta e Corbola vecchia, nel froldo del Polesinello nell’area denominata la bassa di don Santo. Questa è stata la più grossa rotta storica locale, la massa d’acqua alluvionale ricoprì l’intera isola di Ariano e scavalcò gli argini del Po di Goro, allagando anche parte del territorio ferrarese.
Il gorgo risulta ubicato a circa 10 km dal luogo di origine della rotta fluviale, pertanto le acque alluvionali hanno incontrato dapprima il cordone di dune fossili di S. Basilio e lo hanno superato, aprendo un varco fino al successivo allineamento dunoso, il cordone di Cantarana, dove si è generato il vortice ad asse verticale che ha creato la cavità.
Il varco arginale venne chiuso nel 1716, pertanto la falla fu lasciata aperta per oltre 11 anni e questo permise la bonifica per colmata di vaste aree depresse, rendendo di conseguenza l’isola di Ariano più abitabile. Durante questo decennio gli abitanti di Corbola furono costretti ad abitare sugli argini del Po, vivendo in capanni di canna e paglia.
IL GORGO LEZE (LEZZE) A PETTORAZZA GRIMANI
Nel territorio comunale di Pettorazza Grimani si trova ben segnalato un laghetto con due indicazioni stradali di tipo turistico (colore marrone) che riportano l’idronimo “gorgo Lezze“. La località Lezze attribuita al gorgo si trova tuttavia nel territorio comunale di Cavarzere.
Nella pubblicazione di M. Bondesan del 1995, era stato attribuito il nome “gorgo di Botti Barbarighe”, ma l’autore stesso ammetteva che l’attribuzione era impropria, in quanto il gorgo è sito in località Scuole. Nella successiva pubblicazione “I gorghi del Polesine” del 2004, diventa gorgo Leze. Per questo gorgo veniva indicata una profondità di circa 5 metri e nel recente passato un utilizzo per la pesca.
La cavità è stata creata dall’alluvione del Po del 1951, quando il 18 novembre 1951 le acque provenienti da ovest hanno incontrato il rilevato dell’argine sinistro del Canalbianco e del Canale Po-Brondolo. La massa d’acqua ha invertito la direzione andando da est verso ovest fino a raggiungere quasi Rovigo. In questo imprevisto cambio di direzione, la massa alluvionale ha incontrato l’ostacolo costituito dalla strada provinciale n. 30, peraltro limitato a poco più di un metro. Le acque dell’alluvione, prima di sormontare o sfondare il rilevato stradale hanno trovato nei sedimenti sabbiosi del dosso dell’Adigetto la possibilità dell’innesco dell’evorsione, generando così il gorgo. La commissione Bellezze Naturali di Rovigo riporta che “….il vortice scalzò il terreno, fece franare il terrapieno della strada e inglobò un’abitazione che era situata in quel posto”.
Riguardo la località Lezze, il nome deriva da l’Adese che passa a Ladese, poi l'Ese, ancora a Lese e quindi Lezze. Nella carta del Polesine di Rovigo di Marchetti – Milanovich del 1786 troviamo scritto “Adigetto morto detto anche Lezze”.
L’Associazione Salute Ambientale “Il Tarassaco” ha in gestione “l’Oasi del Gorgo Leze” da aprile 2022. Nell’ambito del progetto “Centoboschi” ha provveduto al rispristino della biodiversità mediante rimboschimento perimetrale, la messa a dimora di vegetazione acquatica e l’immissione di fauna ittica. Inoltre ha provveduto all’apposizione di nidi per uccelli, mammiferi e insetti pronubi. L’accesso al luogo è soggetto ad autorizzazione che si ottiene inquadrando il QR Code presente in un pannello illustrativo posto all’ingresso e compilando la richiesta.
IL GORGO LABIA A CAVARZERE
Poco a sud dello scolo Tartaro, in località Cà Labia si trovano i resti di quello che nel passato era un gorgo di più ampie dimensioni. La forma relitta si colloca su una ramificazione estinta dell’Adige che si staccava poco prima del centro urbano e seguiva all’incirca il corso dell’attuale Tartaro; la sua origine viene attribuita ad una rotta in destra Adige avvenuta probabilmente nel corso del 1800.
Abbiamo la testimonianza della presenza del gorgo Labia nella tavoletta IGM del 1892 con dimensioni maggiori della forma attuale, in quanto un parziale interramento è stato operato qualche decennio fa.
Il piccolo gorgo è stato inserito tra i geositi della provincia di Venezia con il numero 30, pur tuttavia non è fornito di alcuna indicazione e neppure presenta alcun pannello illustrativo. Trovandosi collocato all’interno della campagna coltivata, senza una strada di avvicinamento agevole, risulta di difficile individuazione ed accesso. Rispetto ad altri gorghi, è quasi del tutto assente la vegetazione arbustiva ed arborea che cresce spontaneamente a forma di corona sulle sponde, la presenza vegetale qui si limita al contorno perimetrale di canna palustre.

Il gorgo Rotta Martino

Il gorgo Leze

Associazione Salute Ambientale il Tarassaco

Il piccolo gorgo di Cà Labia
Bibliografia
Bergantin Daniele, “I gorghi di Cà Diedo a Rosolina”, Ventaglio 90 n. 63
Bondesan Aldino, Chiara Levorato, “I geositi della provincia di Venezia”, 2008
Bondesan Marco, “Osservazioni sui gorghi e su altre cavità di erosione nei territori di Rovigo e Ferrara Ipotesi sulla loro origine”, Ferrara, 1995
Caberletti Michelangelo, Ventaglio 90 n. 56, 2018
Erregiemme, “I gorghi di Trecenta”, Ventaglio 90 n. 2, 1990
Ferrarese Rolando, “Un paese chiamato Cavarzere”
Giovannini Alessandra, Malavasi Davide, “I gorghi del Polesine singolari luoghi da scoprire”, 2004
Lorenzi Arrigo, “I gorghi del Polesine”, 1905
Magarotto Antonio, “I gorghi di Trecenta”, Ventaglio 90 n. 25, 2002
Provincia di Rovigo, “I gorghi della provincia di Rovigo”, 2004
Provincia di Rovigo, “Atlante dei Vincoli Paesaggistici e Ambientali della provincia di Rovigo, 2003
Romagnolo Adriano, “I gorghi e il mito”, Ventaglio 90 n. 53, 2016; “I gorghi di Trecenta” Ventaglio 90 n. 54
Vallarini Claudio, “I gorghi del Bisatello”, Ventaglio 90 n. 37, 2008



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